lunedì 26 agosto 2013

After Earth - dopo la fine del mondo (2013) DvdRrip

After Earth - dopo la fine del mondo (2013) DvdRrip

Locandina italiana After Earth - Dopo la fine del mondo

TRAMA:


Nel futuro la razza umana vive in continua guerra contro una specie aliena di natura animale, potente ma cieca, che rileva la presenza degli uomini fiutandone la paura. Solo una classe di militari, i "ranger", sono in grado di combatterli perchè addestrati a non provare più alcun sentimento di terrore. Il figlio di uno dei ranger più noti e stimati si troverà in mezzo ad un atterraggio di fortuna, assieme al padre e ad un esemplare alieno, su un pianeta da tempo disabitato dall'uomo, la Terra. Lì il figlio dovrà dimostrare al padre, reso infermo dall'atterraggio di fortuna, di essere all'altezza del titolo di "ranger".
Il rito di passaggio tra l'età infantile (quella del dominio incontrastato della paura) e quella adulta (in cui la paura va combattuta) tradotto nel linguaggio del cinema americano mainstream diventa inevitabilmente la storia di una seconda occasione fornita dalla vita per espiare una colpa attraverso le azioni, ed è un cineasta abile e raffinato ma tra i meno restii a sferrare colpi bassi (specie quando si parla di rapporti familiari) a trovarsi per le mani questo soggetto.
Shyamalan sguazza nel più classico caso di colpe dei padri che ricadono sui figli (il primo assente per lavoro, come la maggior parte dei padri colpevoli che Hollywood ha proposto negli ultimi 20 anni, il secondo incapace di agire in sua vece), posizionando un immobile Will Smith, infermo ma ubiquo grazie alla telecomunicazione, a guardare con mille occhi e mille orecchie il figlio (nella vita e sullo schermo) Jaden mentre si dimostra alla sua altezza, fronteggiando prima i propri demoni e infine la minaccia esterna, a conferma della nuova condizione raggiunta.
Paradossalmente è un soggetto scritto e voluto dai due Smith a riportare M. Night Shyamalan ad un film che ne esalti le qualità e ne limiti (purtroppo non azzeri) i molti difetti di scrittura, un'opera che lo spinge a girare un trattato sulla paura dotato del respiro del buon cinema d'azione, secco e dal gran ritmo, tutto giocato sulle regole della tensione al cinema. Mentre il suo protagonista lotta per vincere il proprio terrore e battere i propri demoni interiori, il regista maneggia i mille piccoli modi in cui la paura lavora con le immagini, e orchestra il suo viaggio attraverso una Terra distrutta ( slancio ecologista che non brilla certo per originalità ed efficacia) con l'obiettivo di liberarsi da qualsiasi paura Ricalcando un percorso nelle fobie fondamentali Shyamalan utilizza animali mostruosi come spettri di volta in volta del terrore dell'oscurità (il serpente nella grotta), del rigetto sociale (le scimmie) o ancora dell'ineludibile senso di colpa (l'aquila che non smette mai di inseguire).
Non disdegnando modelli forse troppo alti per le carte che ha in mano (il ritorno sulla Terra richiama più volte esplicitamente e implicitamente la letteratura americana, da Moby Dick ad Huckleberry Finn) After Earth è un film in cui il piccolo Smith si agita sotto il riflettore come si conviene all'eroe d'azione, mentre papà Smith fa il lavoro d'esperienza, calibrato su pochissimi movimenti essenziali, espressioni misurate e una recitazione minimale. Forse però non era lui, Will Smith, l'attore più adatto per questo compito, abituato com'è a caricare le espressioni invece che a giocare di sottrazione sembra chiedere al proprio mestiere più di quanto non possa dare.

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domenica 25 agosto 2013

Monster University (2013) DvdRip

Monster University (2013) DvdRip

Locandina italiana Monsters University

TRAMA:

Michael Wazowski ha sempre saputo che sarebbe diventato uno spaventatore e per questo, fin da quando era un piccolo mostro, ha coltivato con costanza il sogno di iscriversi alla Facoltà di Spavento della Monsters University. Peccato che, proprio quando il suo desiderio sta per realizzarsi, l'incontro con il prepotente James P. Sullivan, compagno di studi, rischia di mandare a monte i suoi piani. Non solo i due vengono cacciati dal corso, nonostante l'impegno profuso da Mike sui libri di testo, ma sono persino costretti a fare squadra: solo vincendo le Spaventiadi e la sfida ingaggiata con l'orrido rettore Tritamarmo, infatti, potranno sperare di essere riammessi e di diventare ciò che sentono di essere. 
L'uscita di Monsters & Co. aveva rappresentato (e continua a rappresentare) una tale vetta nel panorama del cinema d'animazione e della stessa Pixar che era impensabile poter fare di meglio. Eppure, John Lasseter e i suoi sono riusciti nell'impresa intelligente di restituirci il piacere della compagnia di Mike e Sully senza metterli in competizione con loro stessi. Si cambia tempo, optando per il prequel, si rinnovano i personaggi (e alcune new entries sono notevoli), ma soprattutto cambia radicalmente il registro: dal filosofico e tenero

incontro/scontro tra il mondo dei mostri e quello dei bambini, attraverso la porta del destino, a quello goliardico e avventuroso del college movie tinto di fantasy, di buon umorismo e di una goccia di retorica (la porta, infatti, non è più la soglia della conoscenza con l'Altro, ma l'elemento di un proverbio per cui, quando si chiude un'opportunità, se ne apre un'altra). 
Se l'originale è il ritratto di una strana coppia, il prequel, che narra come ci si è arrivati, è più classicamente la storia di Mike, piccolo grande eroe, costretto a fare i conti con il proprio handicap (è un mostro che non fa paura) ma anche con la forza contagiosa che gli viene in soccorso dalla determinazione e dalla passione che la carriera di potenziale spaventatore ispira in lui. Un oggetto magico -il cappellino donatogli in età scolare da un impiegato alla Monsters Inc.- scatena letteralmente l'avventura, mentre le prove che l'eroe dovrà superare si confondono e sovrappongono con le prove delle Spaventiadi, ingegnosamente architettate da un duo di sceneggiatori in gran forma (gli stessi del primo capitolo, Gerson e Baird). Il passaggio dalla regia a sei mani dei creatori di Toy Story alla direzione unica di Dan Scanlon (Cars) si sente, ma non penalizza oltremodo un film pieno di divertimento, che ha il suo fiore all'occhiello nell'ambientazione, mai così fantasiosa e accurata.


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martedì 30 luglio 2013

Chef (2012) DvdRip

Chef (2012) DvdRip

Locandina Chef

TRAMA:
Jacky è un cuoco dai gusti raffinatissimi costretto a misurarsi con taverne e bistrot parigini dove i clienti consumano solo cibo mordi e fuggi. Licenziato dall'ennesimo ristorante, trova un impiego come imbianchino in una casa di riposo per riuscire a sostenere le esigenze della compagna, incinta e prossima al parto. La sua attitudine per la nouvelle cuisine lo porta tuttavia a intromettersi continuamente nella cucina e nelle ricette per gli anziani, tanto da attirare l'attenzione di Alexandre Lagarde, famosissimo chef in crisi di ispirazione. Oppresso da un giovane imprenditore che minaccia di portargli via il suo ristorante, Lagarde offre a Jacky l'opportunità di lavorare al suo fianco per continuare a far brillare le stelle del suo gourmet.
Come si cucina una commedia europea non troppo speziata e adatta ai palati di tutto il mondo? Si prende un protagonista geniale e incompreso, gli si affianca un mentore in crisi di ispirazione e li si serve su un letto di valori positivi come amore, famiglia e difesa della tradizione. Et voilà, ecco la ricetta del perfetto prodotto da esportazione: abbinabile con ogni tipo di salsa e idealmente declinabile in un'infinità di remake, proprio perché basata sui piaceri primari della gastronomia contro ogni forma di vacua sofisticazione. 
Per Chef andare contro il sofisticato significa prima di tutto impastare una sceneggiatura semplice e appetibile e farla lievitare grazie alla popolarità trasversale di Jean Reno e alla notorietà televisiva di Michaël Youn. I due attori funzionano piuttosto bene come abbinamento finché il film si attiene alle portate principali (l'amicizia maschile, la sfida a mantenere il prestigio culinario), ma tendono a farsi incolore negli elementi di contorno (dissidi romantici; siparietti farseschi). 
Tipica rappresentazione di un cinema "da asporto", facile e veloce da consumarsi, Chef, al contrario di quanto racconta, preferisce i gusti semplici agli accostamenti arditi, i sapori edulcorati a quelli veraci. E si accompagna rigorosamente con un bicchiere d'acqua fresca.



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sabato 20 aprile 2013

Hunger Games (2012) DvdRip

Hunger Games (2012) DvdRip

Locandina italiana Hunger Games


TRAMA:

Finalmente un prodotto cinematografico specificamente pensato per il pubblico giovane che offre ai ragazzi una confezione ben concepita, profondità introspettiva ma soprattutto spunti di riflessione. Che Hunger Games sarebbe stato lontano anni luce dalla saga di Twilight lo si poteva capire già dalla scelta del regista, quel Gary Ross che conPleasantville e Seabiscuit aveva dimostrato di essere un cineasta in grado di padroneggiare lo spettacolo adatto al grande pubblico senza però renderlo piatto, anzi condendolo con delle sottotrame sempre capaci di rivelare il lato inquietante della facciata conciliatoria americana. 
In questo suo ritorno al cinema dopo nove anni di assenza fin dalle primissime inquadrature Ross sembra voler prendere esplicitamente le distanze dalla messa in scena patinata e monotona che ci si poteva aspettare visto il target di destinazione del film. Invece Hunger Games parte come un film nervoso, pieno di inquadrature "sporche", di macchina a mano assemblata con un montaggio estremamente serrato. Questa scelta estetica ben precisa all'inizio si rivela addirittura eccessivamente ostentata, in quanto non permette bene di mettere a fuoco ambienti, situazioni ed anche i personaggi, fattore che per un film di fantascienza è piuttosto importante. 
Dopo un inizio piuttosto faticoso ma comunque coerente nelle direttive sia estetiche che narrative, il lungometraggio comincia a salire di colpi quando inizia la gara mortale tra i giovani partecipanti. La durezza delle situazioni accresce la drammaticità della storia, e questo permette alla protagonista Jennifer Lawrence di esplicitare con maggiore efficacia le sue notevoli doti d'attrice. Ci troviamo veramente di fronte a un'interprete che a soli ventun'anni riesce perfettamente a riempire un personaggio e a svelarne i lati nascosti. C'è anche da sottolineare però che la sua Katniss Everdeeen è un ruolo molto interessante nella sua fragilità celata e nel suo bisogno quasi primitivo di aggrapparsi e di proteggere chi le sta intorno. Risulta poi interessante che l'arco narrativo di Katniss non sia delineato in modo classico ma rimanga piuttosto indefinito, o meglio fascinosamente "aperto" per una presa di coscienza che verosimilmente avverrà nei prossimi episodi dell'annunciato franchise. 
Già, perché Hunger Games semina anche in alcune scene dei momenti che non è illecito supporre "politici", e che riempiono ancor di più una sceneggiatura già densa. Altra sottolineatura la merita il valevole gruppo di caratteristi che compone il cast di supporto del film: su tutti vogliamo spendere una parola d'elogio per l'intramontabile Donald Sutherland, mellifluo e ipnotico come soltanto lui sa essere. Per quanto riguarda invece il lato più specificamente tecnico del film, la fotografia di Tom Stern e le musiche sempre poetiche di James Newton Howard sono le cose più riuscite.
Cinema per giovani capace di scavare in profondità e proporre uno spettacolo non superficiale. Hunger Games riesce dove negli ultimi anni questo tipo di intrattenimento aveva pesantemente fallito. A prescindere dalle sbavature e dalle imperfezioni del prodotto finale, questo è già un enorme merito.


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venerdì 19 aprile 2013

La vita è bella (1997) DvdRip

La vita è bella (1997) DvdRip

Locandina La vita è bella

TRAMA:

Quando a Dumas père era mossa l'accusa di violentare la Storia, il sagace romanziere si scagionava obiettando che dai suoi atti di violenza nascevano dei bei bambini. Un'osservazione simile si potrebbe rivolgere ai puristi e a quanti storcono il naso di fronte a La vita è bella. Il film di Benigni infatti non è una pedante ricostruzione manualistica, ma una storia nella Storia, una favola moderna costruita sullo sfondo di una delle più drammatiche pagine che l'umanità ricordi. 
Guido, un giovane ebreo amante della vita e della poesia, si reca ad Arezzo con l'amico Ferruccio in cerca di lavoro. Si fa assumere come cameriere dallo zio Eliseo, che gestisce il Grand Hotel, e s'innamora di Dora, un'insegnante promessa sposa all'antipatico fascista Rodolfo. Con l'esuberanza e l'allegria del suo carattere, riesce a vincere le reticenze della maestrina, e a sposarla. Sei anni dopo, probabilmente denunciato dalla suocera che non ha mai digerito il matrimonio, Guido è deportato in un campo di concentramento con lo zio Eliseo e col suo figlioletto, il piccolo Giosuè, mentre Dora, pur non essendo ebrea, decide di seguirli di sua iniziativa.
È l'inizio della tragica avventura di un padre che, per proteggere il figlio dalla realtà, maschera l'intero dramma della prigionia dietro la ridente facciata di un appassionante gioco a punti; di un marito che, vincendo la lontananza fisica, cerca di restare vicino all'amata moglie; di un uomo, che è disposto veramente a tutto, anche al personale sacrificio, pur di difendere ciò che ha di più caro. Sino alla prova conclusiva, che nella fantasia di Giosuè assume i connotati di una lunga partita a nascondino, prima dell'assegnazione dell'ambito premio finale.
Da un punto di vista strettamente razionale, La vita è bella è un film ricco di punti deboli: anacronismi a volontà (l'espediente del gioco a punti, per dirne uno, somiglia molto alla più recente logica del videogame), inverosimiglianze che sfociano nell'assurdo, situazioni melense e semplicistiche che mettono a dura prova la credibilità del racconto. Per tacere il sotteso buonismo e la retorica che trapela in alcune sequenze. Ma l'insidia di uno sciropposo melodramma è superata da un'insolita carica emotiva. L'intera storia è attraversata dalla forza di una poesia, sorretta dall'incantevole commento musicale di Nicola Piovani, che trascende le incoerenze dello script, spingendo lo spettatore a guardare ben oltre le apparenze, e persino oltre la spesso sopravvalutata sfera del pensiero. 
È un poema sulla vita, sull'amore, sulla famiglia, e profonda in questo senso è l'intesa umana, oltre che professionale, tra Benigni e il piccolo Cantarini, non dimenticando quella altrettanto notevole tra il protagonista e la Braschi, che portano sul set l'autenticità di un rapporto collaudato dalla vita stessa. Deciso è anche il tratteggio di alcune figure di contorno, come il già ricordato zio Eliseo, interpretato da un convincente Giustino Durano, e il curioso dottor Lessing, deus ex machina ridicolo e tragico, che da apparente angelo custode di Guido si rivela in tutta la sua impotenza, vittima non tanto del sistema, quanto di un cieco solipsismo che sospinge la vicenda nel suo risvolto più spiccatamente drammatico. Ma la grande rivelazione è proprio lui, Benigni, attore, regista, e uomo. Il film segna un solido spartiacque e insieme un momento di felice connubio tra il "comico puro" della prima produzione e "l'artista impegnato" della successiva, non solo sul piano strettamente cinematografico, ma su quello più generale di uomo di spettacolo.
Rivela compiutamente un talento soltanto incubato nei lavori precedenti, e qui pienamente espresso, con eleganza e con un esuberante citazionismo, che va da Chaplin al collega e grande amico Massimo Troisi, cui deve tantissimo, e che ricalca soprattutto nell'esasperato "girotondo" messo a punto per incontrare Dora, memore dell'originale, ma meno appariscente, in Ricomincio da tre. Nel complesso emerge una vivace macchina narrativa, emozionante e divertente (la scena dell'interpretariato, da sola, è un piccolo capolavoro di comicità), sino all'inatteso finale, un po' pretenzioso, ma che scalda il cuore e zittisce anche i cinismi più accaniti. E' la magia di una storia che ci ricorda come, nonostante tutto, la vita meriti di essere vissuta. Magari con un pizzico della salutare follia di questo piccolo grande diavolo del cinema!

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Il favoloso mondo di Amelie (2001) DvdRip

Il favoloso mondo di Amelie (2001) DvdRip

Locandina italiana Il favoloso mondo di Amelie

TRAMA:


Amélie cresce in provincia, siamo in Francia. Suo padre è un medico fin troppo originale: visita ogni mese la figlia, che si agita ogni volta, e crede che sia malata di cuore. La madre, uscita dalla chiesa, viene schiacciata da una suicida. Più grande la ragazza va a Parigi. Fa la cameriera e incontra tanta gente. Il 31 agosto 1997 è il giorno decisivo della sua vita: vede in tv il servizio dulla morte di lady Diana, le cade di mano un tappo di bottiglia che finisce sotto una piastrella, dove Amélie trova una vecchia scatola di cianfrusaglie (figurine, la foto di un calciatore, un ciclista di ferro). Si mette in testa di rintracciare il proprietario, che a quel punto avrà una cinquantina d'anni. Lo trova, gli restituisce il "ricordo" e gli cambia la vita. Da quel momento decide di far felice il prossimo, ed ecco una galleria di personaggi secondo la tradizione del cinema francese...dell'arte: un pesce che cerca continuamente di suicidarsi, un impiegato dei treni in pensione che oblitera le foglie delle piante di sua moglie, un pittore che falsifica una volta l'anno un dipinto di Renoir, un cieco che Amélie accompagna, descrivendogli ciò che vede. Il film è stato un "caso". Negli USA ha battuto l'incasso del nostro La vita è bella. In Francia il chiasso è stato altissimo, con riferimenti al grande cinema del passato, da Carné a Malle ( Zazie nel metro), a Lelouch alla magica scrittura di Prévert. Con tutto il rispetto, la sceneggiatura di Jeunet-Laurent, spumeggiante e fantasiosa, non si avvicina certamente allo spessore di Prévert. Dunque Amélie più che beatificata, va considerata una bella storia, diversa e curiosa, che fa star bene, uscita nel momento propizio. Ma noi continuiamo a preferire Benigni.

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giovedì 18 aprile 2013

Men in Black 3 (2012) BdRip

Men in Black 3 (2012) BdRip

Poster Men in Black 3

TRAMA:


Boris l'animale è un alieno brutto, sporco e cattivo. Rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, ubicato addirittura sulla luna, riesce a fuggire e a scatenare il panico sulla Terra, a cui dichiara guerra. Ma il vero obiettivo del boglodito è uccidere l'agente K, che quarant'anni prima lo avevo sbattuto in prigione e privato di un braccio durante un conflitto armato. L'evasione di Boris risveglia vecchi fantasmi nel laconico e inespressivo agente K, a cui J prova a strappare, senza successo, confessioni e sorrisi. L'imminente attacco alla terra e la 'dipartita' di K, persuadono J a viaggiare indietro nel tempo, alla ricerca di un passato da modificare perché il futuro sia migliore e K un uomo finalmente felice e socievole. Precipitato letteralmente nel luglio del 1969, J assisterà in missione il giovane agente K, scoprendo dietro i segreti dell'universo quelli del suo cuore.
In anni di revival e di (ri)produzioni di emozioni mai vissute in prima persona, MIB 3 non fa eccezione, strappando un biglietto per ilpassato. Veste di vintage e naturalmente di nero il terzo episodio di Barry Sonnenfeld, che riporta sullo schermo i men in black e i loro alieni grotteschi, la fantascienza anni '90 e la cospirazione globale, l'invasione aggressiva e le straordinarie storie di immigrazione irregolare. Perché gli uomini in nero sono agenti governativi davvero speciali, che controllano nomi e dati di tutti gli alieni immigrati sul pianeta Terra, tra tormentoni e sparaflashate. La terza e tridimensionale avventura di K e J conferma naturalmente Will Smith e Tommy Lee Jones, l'ironia, il politically correct, il neuralizzatore, che cancella i ricordi e la certezza che tutto si può fare perché verrà poi dimenticato, gli alieni sotto mentite spoglie (Lady Gaga, Justin Bieber), la coolness dei protagonisti ma allo stesso tempo infila due innovazioni. La prima ha il volto imperturbabile di Josh Brolin, 'passato' fiducioso di Tommy Lee Jones, a cui l'attore californiano aderisce fisionomicamente doppiandone maschera e aura, la seconda ha il sapore della nostalgia e di un mondo passato, che sognava nuove frontiere e l'abolizione di ogni discriminazione razziale. Nell'America repubblicana di Nixon, a un passo dalla Luna, precipita l'agente nero di Will Smith a caccia di un 'rimosso' a colpi di pistole laser caricate a effetti speciali e citazionismo eccitato. Dopo la piattola in Edgar-abito e la modella carnivora in lingerie, il cattivo di turno è incarnato dal maori Jemaine Clement a cui si contrappone, per affabilità e mitezza, l'alieno Griffin di Michael Stuhlbarg, il serious man dei Coen spazzato dall'uragano.
Sequel e insieme prequel della saga di Sonnenfeld, Men in Black 3 cortocircuita presente e passato per rifare il futuro a partire dalla colonna sonora, che remixa "Love is strange" di Mickey & Sylvia con "Back in Time" del rapper Pitbull, raddoppia il senso di déjà vu, coniuga parodia e nostalgia, alza la temperatura emotiva, frequenta la Factory e rilegge l'arte pop di Andy Warhol, un MIB sottocopertura e talent-scout di alieni. A un pubblico giovanissimo, a cui difetta un'identità generazionale, Sonnenfeld regala quella di J, tuffato nel passato dai doccioni del Chrysler Building e determinato (e integrato) nell'America di Obama. Spielberg, produttore esecutivo dei men in black, affronta ancora una volta il mondo contemporaneo declinandolo al passato, citandolo al presente e cavalcando il vintage spazio-temporale alla ricerca dei sani valori americani e di un padre 'da uccidere' con una carica di affetto. Trionfano sul feticismo degli oggetti i tre protagonisti, che procedono a schermaglie pirotecniche e chiassose nell'orrore comico della storia, ristabilendo la pace contro l'irriducibile ostilità dell'alieno.

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